1. Qual è il suo ruolo in azienda?
CIO (Responsabile IT)
2. Di cosa si occupa?
Sicurezza, reti, infrastrutture hardware, sviluppo software, budgeting, contrattualistica, gestione fornitori IT.
3. Come mai ha deciso di intraprendere la carriera nel mondo IT?
Ho avuto l’illuminazione all’Università, quando ho capito che potevo “far succedere cose” anche senza l’uso della mia (scarsa) manualità. Una volta finiti gli studi ho iniziato la mia carriera come programmatore, dopodiché ho seguito quella che definisco un po’ un’evoluzione naturale nel nostro ambito: da programmatore sono diventato analista e con l’aumentare della seniority ho deciso di gestire persone che lavorano sul codice, diventando coordinatore (l’età avanza e la programmazione è dedicata a chi è giovane a chi ha una mentalità moderna!).
Dopo i 40 anni di solito si vogliono più responsabilità: io ho iniziato come project manager, mi sono trovato particolarmente bene e quindi ho iniziato a coordinare dei project manager. Infine, poco più di 3 anni fa, è andata via la responsabile IT e la mia azienda mi ha proposto di prendere il suo posto. La sfida era grande: da coordinare project manager a diventare responsabile IT c’è un abisso. Però ho deciso di accettarla, perché amo le sfide.
4. Qual è secondo lei la più grande sfida nella community IT al momento?
Sicuramente l’intelligenza artificiale e il machine learning. Vedo un futuro nel quale gran parte del lavoro informatico lo faranno le macchine – l’informatica passerà dal richiedere tanti programmatori a richiedere ricercatori, pensatori ed analisti che governino gli algoritmi. La sfida è quindi quella di assumere persone che possano guidare algoritmi.
Un’altra sfida è quella del cloud. Escludendo una percentuale di organizzazioni che hanno bisogno di parti di produzione in loco, come nel caso della mia azienda (che ha bisogno della sala server locale in quanto ha un impianto di produzione con delle macchine governate da un software), prevedo che i cloud saranno gli accentratori dell’80% dei server mondiali. Una grossa fetta dell’informatica migrerà totalmente su cloud e la sfida del mondo IT è quella di rendere sicuri e accessibili in tempo reale tutti i tipi di cloud tra di loro.
5. Quali sono le tre cose che vorrebbe imparare nel futuro per continuare a crescere professionalmente?
IT Governance sicuramente, vorrei approfondire in particolare il framework Cobit.
Nell’ambito dell’IT Service Management vorrei continuare il percorso ITIL 4 appena intrapreso e vorrei approfondire anche il change management.
Infine in futuro esplorerò sicuramente la programmazione neurolinguistica (PNL). Ho un incarico dirigenziale quindi mi devo relazionare al meglio con i colleghi, convincerli, negoziare, utilizzando parole e gestualità giuste. E queste sono tutte qualità che aumentano con lo studio della PNL.