Quale ruolo ricopri al momento? Quali sono i tuoi obiettivi?
Ho due attività: sono presidente di una start-up nella logistica sanitaria e da quattro anni sono un coach Agile. I miei obiettivi ricorrenti, in quanto coach Agile, sono principalmente di accompagnare nella trasformazione digitale o il passaggio all’agilità delle imprese, dalla Ricerca & Sviluppo alla direzione.
Come hai conosciuto SCRUM?
Ho approcciato SCRUM mentre lavoravo per una società in piena trasformazione, che è passata da una gestione di progetto molto classica, basata sul V-model, ad una gestione più Agile. Ho così seguito una formazione SCRUM Master con Jeff Sutherland, uno dei co-creatori del metodo, e ne sono stato folgorato.
Qual è la cosa più importante del metodo?
Ho molto apprezzato la semplicità del metodo e la sua leggerezza. E questo è anche un suo difetto: è semplice, leggero ed è immediato, ma anche molto difficile da padroneggiare. La parte che mi interessa particolarmente di questo metodo Agile, è la posizione della persona al centro del metodo, ed è questo che, secondo me, ne definisce la sua grande forza.
Cosa SCRUM ha cambiato nella tua quotidianità?
Provenendo da un background piuttosto direzionale e di Ricerca & Sviluppo, ciò che è cambiato nella mia vita quotidiana è davvero la considerazione dei team di lavoro e di come sono organizzati al fine di gestire al meglio i progetti. A questo si aggiunge l’importanza della comunicazione e della comunicazione cross-team all’interno dell’organizzazione stessa. Questo è molto importante e molto sentito all’interno di un contesto SCRUM.
Quali sono gli errori frequenti che hai notato all’interno delle organizzazioni che desiderano applicare il metodo?
L’errore più grande è quello di voler attuare una trasformazione Agile solamente per seguire la moda. In un contesto simile, la trasformazione è destinata a fallire. Purtroppo, molte imprese si lanciano senza verificarne possibili conseguenze.
Quando si dà responsabilità al singolo, gli si chiede di porsi domande su come auto-organizzarsi. Questo impone un determinato numero di cambiamenti a livello di risorse umane all’interno delle organizzazioni che non valutano le conseguenze.
Quale consiglio vorresti dare a queste organizzazioni?
Coloro che pensano che l’Agilità possa risolvere tutti i problemi con un colpo di bacchetta magica, devono essere accompagnati e sensibilizzati fin da subito sui dettagli del metodo. È un metodo molto bello, ma richiede rigore e disciplina, se si parte con il presupposto che tutto diventi subito più semplice e facile, ci sono molte probabilità che si verifichino problemi e/o errori nel momento di sviluppo di questi metodi.
Penso che ci sia molto lavoro che non può essere trascurato ma che deve essere svolto in parallelo a livello di direzione, di leadership e di risorse umane.
Una simile attitudine può avere forti conseguenze negative e il lavoro necessario a riparare i danni sarebbe più ingente della formazione e la consulenza necessarie ad attuare per realizzare una buona gestione della trasformazione fin dall’inizio.
Parlaci di tre nozioni che vorresti apprendere nel prossimo futuro per migliorarti come professionista.
In quanto coach vorrei approfondire le mie conoscenze relative all’approccio sistemico per sviluppare le mie competenze sull’aspetto umano.
Per quanto riguarda Agile, vorrei saperne di più sui diversi framework, principalmente sulla scalabilità dei metodi Agile ed ovviamente ottenere diversi feedback per essere in grado di aumentare l’agilità all’interno di un’azienda.
A livello personale, quando sei un facilitatore, bisogna conoscere molte tecniche di facilitazione che riguardano anche l’ambito della grafica. Quindi vorrei approfondire l’argomento, anche se non ho l’anima di un artista, ma penso che ci siano alcune semplici chiavi per poter accompagnare i team su questo argomento. Penso che la facilitazione grafica sia una tecnica che funziona: è un elemento importante nel mondo Agile e della trasformazione Agile, dato che un’immagine è un elemento importante che rimane nella mente ed è un reale vantaggio per favorire gli scambi e le riflessioni all’interno di un team di lavoro per favorire la costruzione di una visione comune. Serve ad alimentare la collaborazione e ho già potuto osservare i risultati benefici della presenza di un facilitatore grafico durante una delle mie missioni.
Per approfondire leggi anche: Trasformazione Agile: conosci la strategia della tua organizzazione?